Crisi dei giornali: tutta colpa di internet?

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La crisi dei giornali di carta non è più un tabù per nessuno.
In Italia siamo tornati ad una quantitá di copie vendute simile 
a quella degli anni '50. La diffusione di Internet ha modificato radicalmente
il mondo dell'informazione e il modo di confezionarla e diffonderla.
Quotidiani e settimanali pagano un alto prezzo
all'esplosione di new media e social media, 

incomparabilmente più veloci nel far girare le notizie.

Ma l'effetto internet non è per noi così travolgente, 

rispetto a quanto avviene in altre parti del mondo industrializzato, 
continua a esistere un divario consistente tra chi usa e non usa internet, 
che determina una debole accelerazione nell'accesso alle tecnologie 
da parte della popolazione italiana.

Se, quindi, il fattore internet come causa del calo endemico 

delle copie vendute deve essere in parte ridimensionato, 
quali sono le ragioni che possono avere determinato 
la generalizzata riduzione del numero di lettori?
Ad essere messe in gioco sono soprattutto la credibilità 
e l'attrattiva dei giornali, minate da un clima di crescente
disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. 

I giornali e i giornalisti hanno perso e continuano a perdere credibilità
privilegiando un'informazione che fa leva su uno stile ad effetto 
che mortifica la qualità giornalistica, tutta agganciata alla politica. 
Un giornalismo che, divenuto forma di intrattenimento, vive sul gossip,
sui commenti oltraggiosi, sulle gaffe ed usa le risse e gli scandali
come diversivo, una distrazione dai problemi veri del Paese.

Ma più che adeguarsi alle modalità da fast food dell'informazione 

in rete, la carta stampata dovrebbe riappropriarsi di una vera e propria
filosofia slow food: articoli scritti bene, informazioni documentate,
inchieste che aprono al lettore nuovi orizzonti. Un giornalismo,
insomma, per rimanere fedele alla metafora alimentare, 

che non richiede l'approccio mordi e fuggi, ma esige dal lettore-fruitore
una sana curiosità ad andare oltre l'apparenza dei fatti.

Ma mentre scrivo mi rendo conto che queste sono le premesse 

per una informazione corretta, valida, libera ed indipendente 
sin dai tempi dei caratteri mobili.

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Architettura e Informazione

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Il ruolo strutturale dell'informazione.

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